Oggi vi parlo del libro “Bellalì”, scritto da Maria Addamiano (Gaart, 2020).
Il libro riprende il mito delle Danaidi, materia di una tragedia di Eschilo.
La protagonista del libro è Bellalì, una farfalla. L’autrice accosta la farfalla alla figlia di Danao per la sua incessante ricerca di libertà. La fiaba invita, infatti, alla libertà e alla volontà di uscire e andare fuori.
Questo libro potrebbe essere utilizzato per introdurre ai bambini e alle bambine i racconti classici, soprattutto negli ultimi due anni della scuola primaria.
TRAMA
Il libro inizia con la descrizione di Bellalì, una farfalla colorata, che esplora il mondo alla ricerca di fiori e posti sui quali posarsi.
Bellalì finisce, però, in una grotta carsica. Non si rende conto dei pericoli ai quali va incontro presa dalla sua voglia di esplorare il mondo.
La protagonista è spensierata e felice di godere di un po’ di frescura, quando ad un tratto un pipistrello la prende di mira. Bellalì non sa cosa fare, è in pericolo e molto spaventata. Riesce, però, a salvarsi anche se le rimane un grande spavento.
Dopo lo scampato pericolo, Bellalì ripensa ad una storia che le ha raccontato la mamma.
La storia è quella della figlia di Danao, che ha tentato di fuggire dal papà crudele. Proprio in questo punto del libro la storia di Bellalì si intreccia con quella della figlia di Danao narrata nella tragedia di Eschilo ed emergono somiglianze e differenze.
La figlia di Danao ha tentato di fuggire dal papà crudele in cerca di libertà, così come la colorata farfalla esplora il mondo in cerca di nuove esperienze.
Arrivati alla fine del libro possiamo creare un collegamento con i nostri bambini e le nostre bambine con la tragedia greca per suscitare il loro interesse.
I CONSIGLI DELLA MAESTRA
Questa fiaba potrebbe essere utilizzata proprio per introdurre ai bambini e alle bambine i racconti classici. Il racconto della farfalla funge, infatti, da filo conduttore per il racconto della figlia di Danao e rende l’accesso alla tragedia più semplice e motivante.
Questa fiaba può essere utilizzata anche per parlare di libertà, del bisogno di uscire e di esplorare nuovi luoghi, anche se potrebbero essere pericolosi.
Bellalì, infatti, non si ferma nemmeno quando è in difficoltà. Questo è un chiaro invito a non arrendersi e a non far spegnere mai il proprio bisogno di volare.